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La Stele di Vicchio in mostra a Milano (18/1-16/7 2023). Tornerà poi nel Mugello  

La stele, ritrovata nel 2015 a Vicchio nel Mugello, viene esposta per la prima volta nel nuovo museo dedicato agli etruschi aperto appena da pochi mesi dalla Fondazione Rovati, a Milano in Corso Venezia 52. Al termine della mostra, la stele tornerà a casa per essere esposta definitivamente nel Mugello.

La stele di Vicchio esposta a Milano

La mostra vede abbinati due pezzi: la stele di Vicchio e la stele di Lemno dal Museo archeologico di Atene. La mostra, curata da Gregory Warden e Giulio Paolucci, è stata organizzata dalla Fondazione Rovati in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato e la Mugello Valley Archaeological Project.

L’allestimento con il suo piedistallo e l’illuminazione radente la mostra eretta nella sua posizione come doveva apparire quando fu realizzata nel VI secolo a.C.. Ebbe poi una seconda vita, quando la stele fu reimpiegata nelle pietre del podio del tempio etrusco ricostruito circa un secolo dopo. È in arenaria, pesa più di due quintali, alta m 1,20 ha i bordi stondati dove corrono le iscrizioni da destra a sinistra e da sinistra a destra in linee alternate. Dopo il suo ritrovamento a Vicchio nel santuario di Polla nel 2015, la stele fu conservata nei depositi della Soprintendenza alla Certosa di Firenze, e lì messa a disposizione degli studiosi. Le conferisce assoluta rarità il fatto che non sia una stele funeraria, ma votiva legata ad un luogo di culto. Seppure l’iscrizione non sia stata decifrata interamente, gli studiosi vi hanno letto la dedica a Tinia nel luogo di Uni. Dove Tinia e Uni sono le due principali divinità etrusche maschile e femminile, equivalenti a Giove e Giunone. A Uni era quindi molto probabilmente dedicato il santuario di Polla, alla divinità femminile della prosperità e della fertilità. Nello stesso contesto venne ritrovato un frammento di un vaso che raffigura una donna nell’atto di partorire. Questo offre nuovi scenari per lo studio del mondo etrusco, non solo per la lingua ma anche per le usanze cultuali. Riti e banchetti si svolgevano in questo santuario arcaico che aveva il suo fulcro, il genius loci, non in un manufatto fisico dell’uomo ma probabilmente in una fenditura nella roccia.

L’invito all’inaugurazione e una veduta dell’area espositiva

Venerdì 20 gennaio la stele è stata presentata al pubblico alla presenza della Soprintendente Antonella Ranaldi, prestatore della stele. Si è trattato di un piccolo simposio dove studiosi ed esperti di iscrizioni e etruscologi hanno spiegato la stele sul posto e dal vero evidenziandone lo straordinario interesse. Dopo il transito a Milano, valorizzata nel prestigioso e nuovo museo della Fondazione Rovati, nei suoi ambienti ipogei progettati da Mario Cuccinella, la stele tornerà a casa. L’intenzione della Soprintendenza è che non torni nei depositi. Il luogo adatto per esporla definitivamente non può essere che nel territorio del Mugello ha anticipato la Soprintendente, nel contesto territoriale del ritrovamento: “Dallo scavo, ai depositi per essere studiata e infine musealizzata, è l’altra vita della stele oggi dove le lettere incise ci parlano dei progenitori etruschi e soprattutto delle nostre progenitrici”.

20 gennaio 2023: la presentazione della stele

All’esposizione si accompagna l’attività di studio e il progetto di ricerca internazionale che prevede la digitalizzazione tridimensionale della stele con tecniche di fotogrammetria digitale e laser scanning. A questo si aggiunge l’implementazione del modello 3D per la realtà virtuale immersiva.

Da qui ai successivi sviluppi la Soprintendenza vuole restituire al pubblico la stele in una lettura tematica e contestualizzata. La restituzione iper-reale inoltre ne faciliterà lo studio anche con l’impiego di sofisticati algoritmi.