Patrimonio demoetnoantropologico

Per bene culturale demoetnoantropologico si intende un bene di pertinenza delle arti e delle tradizioni popolari materiale e immateriale, in stretta connessione con il contesto di provenienza. Le attività immateriali, nello specifico, sono quelle previste dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO (Parigi 2003, Legge 167/2007). Inoltre, con la ratifica della Convenzione di Faro, il 27 ottobre 2005, si intende promuovere una comprensione più ampia del patrimonio culturale e del suo rapporto con le comunità che lo hanno prodotto ed ospitato, riconoscendo il patrimonio culturale come l’insieme delle risorse ereditate dal passato, riflesso di valori e delle credenze, e la comunità patrimoniale quale insieme di persone che attribuiscono valore a quel patrimonio.

In materia di salvaguardia, il responsabile dell’area funzionale Patrimonio demoetnoantropologico coordina:

  • l’autorizzazione per l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere sui beni culturali demoetnoantropologici, fatta eccezione per i beni mobili dei musei assegnati alle direzioni regionali musei e agli istituti dotati di autonomia speciale
  • le proposte di verifica o di dichiarazione di interesse culturale dei beni demoetnoantropologici da sottoporre alla Commissione regionale per il patrimonio culturale
  • l’imposizione ai proprietari, possessori o detentori di beni culturali degli interventi necessari per assicurarne la conservazione ai sensi dell’art. 32 del Codice dei beni culturali e del paesaggio
  • le proposte da inviare alla Direzione generale ABAP per l’esercizio del diritto di prelazione sui beni demoetnoantropologici secondo le modalità di cui all’art. 41, c. 1, lett. q) del d.P.C.M. 169/2019
  • coordina le istruttorie dei funzionari demoetnoantropologi competenti per territorio relative alle proposte alla Direzione generale ABAP per i provvedimenti sui beni demoetnoantropologici di proprietà privata non inclusi nelle collezioni dei musei statali, quali l’autorizzazione al prestito per mostre, l’acquisto coattivo all’esportazione, l’espropriazione, ai sensi degli articoli 48, 70 e 95 del Codice
  • ogni altro compito affidato alla Soprintendenza in base al Codice e alle norme vigenti in relazione all’area tecnica di competenza.

Il patrimonio culturale non è formato solo da monumenti e collezioni di oggetti ma può comprendere anche le tradizioni trasmesse dai nostri antenati come, ad esempio, le espressioni orali, le arti dello spettacolo, i riti, le feste, l’artigianato. La conservazione di questi beni immateriali è fondamentale per tutelare le identità territoriali e le radici culturali delle comunità locali, garantendo così l’eredità di una memoria storica da tramandare alle future generazioni