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Avori principeschi. Il corredo del tumulo etrusco di Montefortini: nuovi restauri

Sabato 15 giugno alle ore 17.30, in occasione delle “Giornate europee dell’archeologia” al Museo Archeologico di Artimino si inaugurerà la mostra Avori principeschi. Il corredo del tumulo etrusco di Montefortini: nuovi restauri.

Gli oggetti d’avorio erano tra i beni suntuari maggiormente ricercati dalle corti del Vicino Oriente, dove sono stati ritrovati per lo più nelle stanze dei palazzi reali; in Grecia gli avori più pregiati e più numerosi sono stati rinvenuti nei santuari, mentre in Etruria li ritroviamo principalmente in pochi grandi monumenti funerari del periodo ‘orientalizzante’ (VII secolo a.C.): per le élite principesche ivi sepolte questi manufatti, decorati perlopiù con motivi di tradizione vicino-orientale e greca, erano un chiaro strumento di ostentazione del proprio status sociale.

Tra questi monumenti si distingue il Tumulo principesco di Montefortini a Comeana (Carmignano, PO) per la quantità eccezionale di oggetti d’avorio restituiti dalla tomba a tholos. Questi oggetti si distinguono non solo per la loro preziosità intrinseca, per la profusione della materia prima utilizzata, ma soprattutto per la qualità dell’esecuzione, la varietà e l’originalità delle iconografie presenti, realizzati da maestri che disponevano di un ampio bagaglio culturale, detentori di strumenti e di tecnologie altamente specializzate, che prestavano la loro opera presso le corti dei principi etruschi.

Una parte di questi oggetti, restaurati tra la fine degli anni ’90 del XX secolo e i primi anni del XXI, è già esposta in una sezione del Museo Archeologico di Artimino. Un’altra parte significativa di questo straordinario complesso in questi ultimi due anni è stata oggetto di un intervento di ricerca e restauro e viene ora presentata al pubblico alla conclusione di un progetto realizzato in sinergia dalla Soprintendenza ABAP di Firenze, Pistoia e Prato e il Comune di Carmignano e messo in atto con fondi propri dei due Enti e con un importante sostegno finanziario dell’Ufficio Federale della Cultura (UFC) della Confederazione Svizzera, nonché con un contributo della Regione Toscana per la realizzazione della mostra.

Per la mostra è stata operata una larga scelta tra i materiali recentemente restaurati, rappresentativi delle diverse categorie di oggetti: circa ottanta piccoli grandi capolavori, tra i quali placchette intagliate che – insieme ad altre già esposte nel Museo – dovevano rivestire un sontuoso elemento d’arredo, e altre placchette di dimensioni minori sia incise che a bassorilievo, immanicature e pissidi incise e a rilievo decorate con teorie di animali fantastici e reali, caratteristici dell’imagerie orientalizzante, ma anche con una nuova significativa testimonianza rapportabile alla saga di Odisseo che nel VII secolo a.C. doveva già circolare anche in Etruria; infine statuette e testine d’avorio e animali fantastici e reali a tuttotondo.

Il progetto scientifico e la mostra sono stati curati da Maria Chiara Bettini (Museo Archeologico di Artimino) e Massimo Tarantini (SABAP –Fi), l’allestimento e il progetto grafico si devono all’arch. Alessandro Nocentini.

Il restauro è stato realizzato da Laura Benucci e Agnese La Torrata per la ditta Atlante di Grosseto, con la consulenza amichevole di Franco Cecchi già restauratore capo SABAP-Fi, mentre l’ El.En. Spa ha messo a disposizione un laser per alcuni interventi mirati.

Numerosi sono i professionisti che sono stati coinvolti per condurre le analisi sui materiali e realizzare la necessaria documentazione grafica e fotografica, nonché per la produzione di un video artistico appositamente realizzato per la mostra.

La mostra si concluderà il 3 novembre p.v. e avrà gli stessi orari di apertura e chiusura del Museo: sabato e domenica: ore 9.30 – 13.30, 15.00-18.00; lunedì, martedì, giovedì, venerdì ore 9.30 – 13.30.