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tourismA 2025 – Ecco a voi l’Ercole della Valdelsa: in 50 centimetri tutta la forza di un semidio

Dopo oltre dieci anni di ricerche, l’ultima campagna di scavo della villa/mansio romana (IV-V sec. d.C.) di Montaione (FI) nella Valdelsa fiorentina si è distinta per una scoperta di eccezionale interesse. Gli archeologi dell’Associazione Culturale Valdelsa fiorentina e del Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze, coadiuvati dagli studenti stranieri dell’Istituto IRLAB iscritti alla Summer school associata allo scavo, hanno infatti portato alla luce una piccola statua in marmo bianco (III-IV sec. d.C.), priva della testa e ricomponibile da tre frammenti combacianti.

12 fatiche in mezzo metro. Alta poco più di 50 centimetri, la statua rappresenta Ercole, il mitico figlio di Zeus e della mortale Alcmena, raffigurato in piedi in un momento di riposo. L’identificazione della scultura con il celebre protagonista delle dodici fatiche è resa possibile dalla presenza dei tipici attributi del possente semidio: la clava, la pelle del leone Nemeo, ucciso da Ercole nella prima fatica e, ai piedi della figura, la testa di un toro, che rimanda invece alla cattura del toro cretese e quindi alla settima fatica.

Per un ricco possidente. La piccola statua di Ercole costituisce oggi una preziosa testimonianza dell’alto livello decorativo del complesso architettonico da cui essa proviene, interpretabile come villa di un ricco possidente o, più probabilmente, come mansio, ovvero una stazione di sosta lungo una strada romana, spesso dotata di un annesso termale, come nel caso dell’edificio di Montaione.

Il precedente di Atena. Nello stesso contesto, nel XIX secolo venne casualmente rinvenuta un’altra statua, interpretabile come Atena, che oggi fa parte della collezione privata dei proprietari del terreno su cui insistono gli scavi.

Tra ghiri e mosaici. Le indagini stratigrafiche promosse dal 2012 dal Comune di Montaione hanno consentito il recupero di altri reperti ceramici, tra i quali spicca un glirarium, un contenitore in terracotta utilizzato per l’allevamento dei ghiri. Tra le strutture conservate in situ, particolarmente interessante è anche un ricco annesso termale, decorato da marmi e mosaici pavimentali e parietali, come testimoniato dal rinvenimento di numerose tessere in pasta vitrea con la lamina d’oro.

Il destino di Ercole. Attualmente, un team di esperti sta conducendo uno studio preliminare sulla statua di Ercole, che è in fase di restauro con il contributo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. I risultati di questo studio, suggeriscono una datazione della statua tra la media e la tarda età imperiale (III-IV sec. d.C.) coerentemente con il periodo di massimo sviluppo architettonico e decorativo dell’edificio in corso di scavo.

Una volta terminato il restauro, la statua sarà esposta temporaneamente presso i locali dell’Università di Firenze, per essere poi esposta definitivamente presso il Museo Civico di Montaione, dove sono conservati numerosi reperti archeologici provenienti dallo scavo.

Rassegna Stampa