Montaione (FI), Museo Civico, giovedi 31 luglio ore 18.30. Presentazione della statua di Ercole rinvenuta negli scavi della villa romana
Interverranno il Sindaco di Montaione Paolo Pomponi, la Soprintendente della SABAP-FI Antonella Ranaldi e gli archeologi protagonisti della scoperta.

La statua di Ercole, di piccolo formato, rappresenta Ercole a riposo dopo le dodici fatiche; l’eroe è riconoscibile dalla clava e dalla leonté, la pelle del leone nemeo vinto nella prima fatica. La statua è una copia di un modello illustre in antichità l’Ercole Hope. Le statuette a soggetto mitologico, come questa, decoravano solitamente le ville tardoantiche per mostrare l’attaccamento dei proprietari alla cultura classica e l’alto livello della committenza. La rarità di questi ritrovamenti nelle ville della Toscana (l’unico caso pubblicato è offerto dall’Iside in alabastro di San Vincenzino), sottolinea l’importanza dell’insediamento di Sant’Antonio a Montaione, da cui proviene una replica di piccole dimensioni, fortuitamente ritrovata nel XIX secolo, dell’Atena di Mirone, probabilmente afferente allo stesso tipo di produzioni.
Il Glirarium, rinvenuto nel corso della campagna di scavo 2023 negli strati di crollo del cortile interno, è un grande contenitore in terracotta munito di fori sulle pareti, di contenitori e di passerelle interne, caratteristiche che hanno consentito di identificarlo come recipiente destinato all’allevamento dei ghiri. L’uso di allevare tali roditori all’interno di recipienti di terracotta a scopo alimentare (vivaria in doliis) è attestato per tutto il periodo romano ed è documentato da Varrone nel I secolo a.C., che descrive nel dettaglio le particolarità di tali recipienti. La presenza di tale contenitore tra i reperti dello scavo ci fornisce dunque informazioni interessanti sugli usi alimentari degli abitanti del complesso di Sant’Antonio e sul loro elevato status economico e sociale. Il glirarium di Sant’Antonio si aggiunge agli esemplari finora noti in Toscana, rinvenuti in diverse località tra cui San Gimignano, Pomarance, Cortona, Sestino, oltre ad alcuni siti del Mugello e della Val di Sieve, rappresentando uno dei contenitori meglio conservati tra quelli finora noti.
“Ho accolto con profonda soddisfazione – dichiara Paolo Pomponi, sindaco di Montaione – la notizia del rientro a Montaione di questi reperti dopo l’intervento di restauro condotto dalla Soprintendenza Archeologica. La loro definitiva collocazione all’interno del Museo Civico, dove saranno esposti a partire dal 31 luglio prossimo, ha sancito il ritorno sul territorio di due importanti testimonianze storiche locali che vanno ad arricchire la sala museale dedicata allo scavo di Sant’Antonio e ad incrementare le informazioni sull’insediamento di epoca romana. Ringrazio di cuore la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, nelle persone del Soprintendente architetto Antonella Ranaldi e del dott. Michele Bueno funzionario archeologo preposto al nostro territorio, che da anni ci supportano con competenza e passione nell’attività di scavo. Un ringraziamento particolare anche ai componenti e collaboratori dell’Associazione Archeologica della Valdelsa Fiorentina, che conducono lo scavo; con loro abbiamo condiviso l’emozione del ritrovamento di questi reperti e di ogni altro progresso della ricerca in corso.”
Si ricorda che lo scavo è in concessione al Comune di Montaione da parte del Ministero della Cultura – Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, ed è condotto sul campo dall’Associazione Archeologica della Valdelsa Fiorentina che si avvale della presenza di professionisti e studenti per lo svolgimento della ricerca, sotto la direzione scientifica di Sabrina Bartali e di Antonio Alberti. Lo scavo, iniziato nel 2012, ha ogni anno acquistato maggiore estensione e valore a livello di ricerca archeologica, coinvolgendo negli ultimi anni anche l’Università di Firenze e l’istituto Irlab che hanno inserito nella ricerca nuovi studenti e professionisti.