C’era una volta… sotto al Viola Park: una fattoria romana, una strada e una necropoli con 170 tombe.
Lunedì 18 novembre alle 17.30 presso il Media Center del Rocco B. Commisso di Bagno a Ripoli si è svolto l’incontro dal titolo “A est di Florentia… nei campi della Fiorentina” per la presentazione dei risultati degli scavi archeologici e dell’articolo speciale sull’ultimo numero di Archeologia Viva (Giunti Editore). Dopo gli scavi conclusi nel 2022 gli studi e i restauri in corso svelano le storie di vita e morte di una comunità vissuta presso l’odierna Bagno a Ripoli duemila anni fa, in un’area che anticamente faceva parte dell’immediata campagna a sud-est della colonia romana di Florentia.
Lo scavo di fatto è stato solo il primo passo per comprendere la vita delle persone che vivevano dove adesso c’è il Viola Park. Ora la Soprintendenza presenta una prima campagna di restauro degli oggetti trovati nelle tombe. Dopo mesi di paziente lavoro è stato infatti finalmente possibile vedere tornate a nuova vita brocche, coppe, lucerne, ma soprattutto raffinati specchi, pettini decorati e anche alcuni balsamari di vetro, contenitori per oli profumati che hanno sfidato i secoli con tutta la loro fragilità.
All’incontro sono intervenuti Alessandro FerrariDG Fiorentina, Catherine Commisso, Francesco Pignotti sindaco Bagno a Ripoli, Antonella Ranaldi soprintendente SABAP FI PT PO, Piero Pruneti direttore Archeologia Viva, Pierluigi Giroldini funzionario archeologo SABAP FI PT PO, Marco Casamonti progettista Viola Park.
Dagli Etruschi al Viola Park
Cenni storici
Prima degli Etruschi. A poca distanza dall’Arno, ma in posizione sufficientemente riparata dalle piene del fiume, la zona dove ora sorge il Viola Park è stata popolata almeno a partire dall’VIII sec. a.C., quando una piccola comunità villanoviana (che precedette la cultura etrusca) ha lasciato una necropoli composta da sei tombe a pozzetto, con le ceneri dei defunti deposte in semplici vasi di terracotta e pochi oggetti di corredo (prevalentemente fibule, ovvero spille di bronzo per vestiti). Alcuni resti poi mostrano una continuità di vita in piena epoca etrusca.
La fase romana. Tuttavia è con l’età alto-imperiale (fine I sec. a.C. – II sec. d.C.) che la zona conosce un’“esplosione” di testimonianze: in questa fase viene fondata una fattoria e realizzata una strada, che taglia tutta l’area del Viola Park da sud-ovest (lato Bagno a Ripoli) a nord-est (verso il Girone). Attorno a questa strada, poi, sorge una necropoli che verrà utilizzata fino al V sec. d.C. circa, alla quale col tempo si affiancherà un altro gruppo di tombeposto più a sud, per un totale di ben 168 deposizioni, tra incinerati e inumati. Le attività sul campo si sono concluse con la protezione delle strutture rinvenute e il loro riseppellimento, per consentire la conclusione dei lavori del centro sportivo ed evitando danneggiamenti ai resti antichi.
I reperti. I materiali recuperati, in corso di restauro presso i laboratori della Soprintendenza, restituiscono uno spaccato della vita della comunità ripolese di duemila anni fa: accanto a lucerne – diffusissime nelle necropoli romane e spesso deposte in posizione rovescia per simboleggiare la fiamma della vita ormai spenta – si trovano oggetti d’uso personale, come specchi circolari e quadrangolari (questi ultimi paragonabili a moderni specchietti “da borsetta”), spilloni e aghi per capelli, pettini in osso; non mancano pedine e dadi, segno della passione per giochi molto diffusi tra i romani, oppure raffinati balsamari di vetro. In un caso sono stati rinvenuti orecchini d’oro, probabilmente dono per una fanciulla morta prima del tempo. Anche l’analisi dei resti ossei potrà fornire informazioni utili in merito agli usi funerari, all’età degli inumati, alla loro alimentazione e alla diffusione di patologie.
Nel frattempo era nata Florentia. Una presenza di popolazione così massiccia si spiega se si guarda a cosa stava accadendo, nello stesso periodo, poco più a ovest: poco dopo il 50 a.C. era stata fondata la colonia romana di Florentia, a cui era seguita la grande divisione in centurie di tutta la piana fiorentina. Questa operazione avrebbe consentito l’assegnazione di appezzamenti di terra a coloni o a veterani degli eserciti romani. (I lavori di scavo sono stati realizzati sul campo da B&P Archeologia).